18 ottobre 2020 – La rivista “Toscana Oggi” ci dedica un ampio articolo dal titolo “Casa Ilaria, il sogno della fraternità qui è una realtà da vivere ogni giorno”. Casa Ilaria è un grande sogno collettivo che si sta concretizzando giorno dopo giorno.

Se, come dice Papa Francesco “dobbiamo perseverare sulla strada dei sogni” (Christus Vivit, 142) e “i sogni si costruiscono insieme” (Fratelli tutti, 8), Casa Ilaria è un grande sogno collettivo, che diventa realtà. Nel cuore delle colline toscane, a Montefoscoli, in provincia di Pisa, in un antico sito monastico – La Badia di Carigi, si realizza un progetto speciale di ospitalità e ristorazione, agricoltura sociale, laboratori ed attività formative, culturali e spirituali, eventi di socialità e incontro insieme alle persone più fragili (www.casailaria.it, facebook/progettocasailaria).
Il progetto, promosso dalla Fondazione e dalla Cooperativa Sociale Azienda Agricola Casa Ialria, nasce in ricordo di Suor Ilaria Meoli, medico, infettivologo, suora carmelitana, scomparsa prematuramente a soli trentasette anni, il 10 marzo 2007 in Repubblica Centrafricana, mentre si dedicava alla costruzione di un ospedale intitolato a Giovanni Paolo II, specializzato nella cura delle malattie infettive.
Sulla scia della testimonianza della sua vita, spesa accanto e per i più deboli, un gruppo di amici e volontari, con la consulenza spirituale di don Maurizio Gronchi, ispirandosi ai valori dell’accoglienza e della cura della vulnerabilità, della libertà e della gratuità, ha dato vita questo luogo speciale, in cui la storia millenaria, la bellezza del creato, la generosità e l’impegno infaticabile di tanti volontari convergono a costruire “una casa per tutti” e in particolare per chi si trova in condizione di svantaggio, handicap, povertà ed emarginazione, offrendo opportunità di compagnia e crescita, ma soprattutto inserimento lavorativo e occupazionale.
L’opera, avviata nel 2016, si sta concretizzando grazie ai fondi dell’otto per mille della Chiesa Cattolica Italiana e al sostegno di tanti donatori e partner, che offrono gratuitamente la loro professionalità, il loro lavoro, i materiali per costruire e lavorare.
Il progetto mette radici sulla collina di Carigi nel 2017, con il restauro della Cappella dei Santi Ippolito e Cassiano, compiuto grazie al generoso e incoraggiante contributo del Cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario emerito del Sinodo dei Vescovi. Alla consacrazione della Cappella – memoria storica dell’antica Badia, fondata ai primi del Mille dai monaci Camaldolesi – segue immediatamente la posa della prima pietra per la ricostruzione dell’edificio principale: una cascina leopoldina, che diverrà luogo di ospitalità e ristoro per singoli, gruppi e famiglie, completamente accessibile ad ogni tipo di disabilità.
E proprio in vista dell’apertura di questa struttura, Casa Ilaria avvia Ristorazioni, un percorso di formazione alla professione di cameriere di sala e aiuto in cucina, che coinvolge sei giovani con autismo: Beatrice, Diego, Gabriele, Leonardo e Vittoria, i nostri camerieri speciali, insieme a Jacopo, aspirante pasticcere. Il corso viene ospitato al ristorante il Cavatappi di Calcinaia, dove i ragazzi si misurano con il servizio ai tavoli e i clienti, superando in modo stupefacente i loro limiti e i nostri pregiudizi, in una esperienza di reale integrazione, grazie alla dedizione di Simone Brogi, il Presidente della Cooperativa Sociale Casa Ilaria e della sua famiglia, in collaborazione con l’Associazione Autismo Pisa (facebook/progettoRistorAzioni).
Parallelamente da tre anni è ormai operativa l’agricoltura biologica e sociale, attività in cui sono stati inserite oltre dodici persone in situazione di svantaggio e marginalità. I dodici ettari di terreno che circondano Casa Ilaria sono infatti coltivati ad orto, frutteto e seminativo. I prodotti vengono venduti in loco e attraverso gruppi di acquisto solidale.
Recentemente, infine, nel mese di settembre, si è inaugurato il Centro Polifunzionale intitolato al Prof. Mario Guazzelli, concluso grazie all’aiuto della Fondazione Iris, dove sono attivi i servizi di ascolto e consulenza psicologica – già avviati telefonicamente durante il periodo di lockdown – gli incontri a sostegno del lavoro agricolo e i laboratori di canto&danza, yoga, e arteterapia.
L’arte infatti, in tutte le sue forme, è un’altra delle altre grandi risorse di Casa Ilaria. L’ultima iniziativa – del 26 settembre u.s. – è stata infatti l’inaugurazione di una Via Crucis, donataci dal curatore d’arte Filippo Lotti, che ha coinvolto quattordici artisti toscani, a cui è stata affidata la rappresentazione di una stazione da collocare nella Cappella. Un’opera corale, una sfida di armonizzazione delle differenze e di valorizzazione dei diversi talenti, che ben rappresenta Casa Ilaria. Un luogo dove la cura della terra e delle relazioni, nelle loro drammatiche fragilità, il benessere del creato e la dignità umana vengono “coltivate” insieme, attraverso azioni concrete, quotidiane che vincano “la cultura dello scarto” (Francesco, Laudato si’). Dove tutti sono accolti nella condivisione della propria radice di vulnerabilità e nel proprio destino di felice salvezza e a ciascuno è chiesto non tanto chi è, ma per chi è, a chi dona la sua vita, per che cosa passa su questa terra (Francesco, Christus Vivit). Uno spazio in cui sperimentare che “In questi momenti, nei quali tutto sembra dissolversi e perdere consistenza, ci fa bene appellarci alla solidità che deriva dal saperci responsabili della fragilità degli altri cercando un destino comune” (Francesco, Fratelli Tutti, 115) e che l’amore sconfinato è la vera cura della malattia di un mondo chiuso nell’egoismo (M. Gronchi).